Secondo l'esecutivo comunitario, "il Portogallo lo tratta come un vino e applica erroneamente un'aliquota zero ai prodotti con un contenuto alcolico compreso tra il 15% e il 18% in volume e che sono stati arricchiti", sottolineando che la legislazione dell'Unione Europea (UE) "consente l'inclusione di questi prodotti nella categoria dei vini solo se sono prodotti senza alcun arricchimento".
Allo stesso tempo, sostiene Bruxelles, il Portogallo esclude tutti i vini aromatizzati dalla categoria dei vini, anche se sono soddisfatte le condizioni stabilite dalla legislazione dell'UE, il che comporta l'applicazione di un'aliquota di accisa più elevata.
In entrambi i casi, il trattamento dei suddetti prodotti è contrario alla definizione di vino contenuta nella legislazione UE sulle accise.
Il Portogallo ha due mesi di tempo per rispondere in modo soddisfacente ai dubbi, pena l'avanzamento del processo alla seconda fase, con l'invio di un parere motivato.