"Tra il 1° giugno 2020 e il 10 maggio 2022 sono stati registrati in BI SINAVE 3.982.250 nuovi casi di infezione da Covid-19. A questo valore si aggiungono 194.244 episodi di reinfezione, secondo la definizione proposta, che costituiscono il 4,65% delle notifiche totali", si legge in una relazione tecnica della DGS.
Secondo il documento, la prevalenza dei casi di reinfezione è massima nel periodo in cui è più frequente la variante Ómicron del SARS-CoV-2, con una proporzione del 6,10%, superando il 2% circa del periodo in cui erano predominanti le varianti Delta e Alpha, e solo lo 0,35% all'epoca della variante originale identificata a Wuhan, in Cina.
I casi registrati sulla piattaforma BI SINAVE - Sistema Nazionale di Sorveglianza Epidemiologica - sono considerati sospetti di reinfezione quando c'è un test positivo dopo 90 giorni dall'ultimo episodio di infezione, come definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
"La comparsa della variante Ómicron ha modificato la probabilità di reinfezione, che è cinque volte più probabile rispetto alla variante Delta", si legge nella relazione tecnica, aggiungendo che, per mantenere l'accuratezza e l'affidabilità del processo di sorveglianza epidemiologica, è necessario aggiornare la metodologia di conteggio dei casi, incorporando i sospetti di reinfezione.