"Grazie ai sostanziali miglioramenti nei risultati dell'integrazione nell'ultimo decennio, le differenze tra immigrati e autoctoni nei tassi di sovraffollamento [abitativo] sono molto più ridotte e il divario di povertà si è addirittura invertito (a favore degli immigrati)", si legge nel documento intitolato "Indicatori di integrazione degli immigrati".
L'OCSE aggiunge che, a differenza di altri Paesi, gli immigrati stabiliti in Portogallo hanno maggiori probabilità di acquisire la cittadinanza.
Secondo il rapporto, le donne immigrate hanno maggiori probabilità di ottenere la cittadinanza del Paese ospitante rispetto agli uomini nell'UE e nell'OCSE. Questo tasso femminile più elevato è in parte attribuibile al matrimonio con cittadini del Paese ospitante, che facilita l'acquisizione della cittadinanza.
Il documento indica anche che un immigrato su tre ha un'istruzione superiore, ma avverte, con minori probabilità di essere occupato.
Condizioni di vita
Il rapporto dell'OCSE indica che negli ultimi 10 anni le condizioni di vita degli immigrati in Portogallo hanno raggiunto il livello dei nativi.
A causa del passato coloniale e della migrazione dei lavoratori dopo la Seconda guerra mondiale, una quota consistente di stranieri in Portogallo proviene dall'Africa e dall'America Latina, rappresentando più di un terzo degli immigrati (soprattutto brasiliani).
Nel Paese, secondo l'OCSE, gli immigrati adulti tendono a investire maggiormente nell'istruzione rispetto ai nativi.
Nell'UE, il 62% degli immigrati dichiara di avere una competenza almeno avanzata nella lingua del Paese ospitante, come nel caso del Portogallo, dove molti immigrati parlano la lingua del Paese ospitante.
Per quanto riguarda gli stranieri arrivati nell'UE da bambini, il 52% proviene da regioni extraeuropee, in particolare da Asia (21%), America Latina (16%) e Africa (14%).