La ricerca, sviluppata da un'équipe del Centro di Chimica di Coimbra della Facoltà di Scienze e Tecnologie della UC, mira a risolvere il problema della contaminazione dei suoli causata dall'uso dell'insetticida imidacloprid.
Secondo un comunicato dell'UC, si tratta di un prodotto "altamente solubile in acqua e persistente nel terreno, che può facilmente contaminare il suolo e le risorse idriche nei pressi delle aree agricole raggiungendo organismi non bersaglio, ovvero uccelli, api, lombrichi e mammiferi".
"Per rimuovere efficacemente questo pesticida, è stato utilizzato un nuovo approccio alla sintesi e alla caratterizzazione di nuove strutture molecolari complesse, formate dall'aggregazione di molecole più semplici, che si uniscono in modo cooperativo attraverso legami chimici deboli e che include studi di rimozione", hanno spiegato i ricercatori Gianluca Utzeri e Tânia Firmino Cova, coautori dello studio.
Secondo gli scienziati, "questo approccio è combinato con la modellazione e la simulazione molecolare per risolvere il problema della contaminazione dell'acqua da parte dei pesticidi".
"La combinazione di studi sperimentali e computazionali ci ha permesso di spiegare, a livello molecolare, il ruolo degli agenti reticolanti nell'efficienza della rimozione dell'imidacloprid da parte delle nanospugne".
Secondo i ricercatori, il metodo sviluppato può "essere applicato anche per catturare altri pesticidi e inquinanti organici dall'acqua e contribuire al controllo dell'inquinamento ambientale attraverso processi di bonifica mirati e controllati".