In un comunicato il PJ sottolinea che le indagini sono state condotte dal Dipartimento di Investigazione Criminale di Leiria, che ha individuato "coincidenze" e ha aggiunto "altre sette indagini, notando l'uso massiccio di numeri di telefono cellulare irripetibili, provenienti da operatori nazionali, per la pratica di questo tipo di reato, che ha fatto scattare l'allarme e ha costretto all'uso di mezzi speciali per ottenere prove".
La PJ ha sequestrato 49 "modem", che comprendevano 32 schede SIM per dispositivo, il che significa che 1.568 schede funzionavano contemporaneamente. In questo modo è stato possibile creare migliaia di account, soprattutto su WhatsApp, "e inviare/ricevere messaggi nell'ordine di migliaia al giorno, attraverso le truffe 'ciao papà, ciao mamma'".
Il detenuto aveva una struttura informatica e di comunicazione allestita nella sua abitazione. "Con questa indagine e operazione di polizia è stata interrotta la consumazione, sul territorio nazionale e all'estero, di migliaia di truffe informatiche".
La moglie e la figlia del detenuto sono state accusate di essere coautrici dello stesso reato.