La decisione che esclude fornitori come Huawei dalle reti 5G in Portogallo "sembra essere più restrittiva delle misure adottate da qualsiasi altro Paese europeo", ha dichiarato Colm Murphy, senior cybersecurity advisor di Huawei.

Il responsabile dell'azienda cinese ha parlato durante una presentazione ai giornalisti portoghesi a Bruxelles (Belgio), in occasione di una visita al Huawei Cybersecurity Transparency Center. Si tratta di un centro incentrato sulla promozione delle pratiche di cybersecurity dell'azienda e nel quale Huawei permette ai partner di testare il codice sorgente del suo software in un ambiente controllato.

La dichiarazione sulla portata della decisione del Consiglio superiore per la sicurezza del cyberspazio è stata fatta poche settimane dopo che è stata resa nota la decisione portoghese di escludere dalle reti 5G i fornitori considerati "ad alto rischio". Questa decisione si applica a Huawei perché esclude, tra le altre, le aziende con sede in Paesi non appartenenti all'Unione Europea, all'OCSE o alla NATO, come nel caso della Cina.

Alla domanda se la decisione portoghese possa portare all'uscita di Huawei dal Portogallo, Paese in cui impiega circa 130 persone, Colm Murphy non ha commentato direttamente questa ipotesi, ma ha riconosciuto che al momento c'è "grande incertezza" sugli impatti del provvedimento. In ogni caso, Huawei ha "obblighi legali e contrattuali" in Portogallo e "non deluderà mai i clienti", ha assicurato.

Jeremy Thompson, Europe cybersecurity and privacy officer di Huawei, ha commentato che, secondo la sua interpretazione, la delibera portoghese non si applica solo alle apparecchiature di rete 5G, ma anche alle 4G. E si è allineato con l'opinione che il Portogallo abbia scelto di andare oltre gli altri Stati membri che stanno già prendendo provvedimenti per implementare la raccomandazione europea sulla sicurezza mobile di quinta generazione.