L'ente afferma che la fine dell'ARI (Permesso di Soggiorno per Investimento, meglio conosciuto come visto d'oro) "per le unità turistiche, in particolare, è una misura errata ed estemporanea che compare appena un anno dopo l'ultima revisione e appena tre o quattro mesi dopo la sua approvazione in Parlamento".

Secondo l'ente, questa misura, inclusa nel piano Mais Habitação del Governo, potrebbe portare "all'immediata sospensione di investimenti per oltre 600 milioni di euro e, di conseguenza, alla creazione di oltre 1.000 posti di lavoro, che alcuni soci dell'APR avevano previsto per i prossimi due anni".

Allo stesso tempo, secondo l'APR, la misura potrebbe generare la "perdita del contributo di ogni nuovo investitore straniero nell'economia portoghese che, dopo 5 anni, è circa 6 volte il valore del suo investimento iniziale".

Secondo i dati diffusi dall'associazione, l'anno scorso, quando "era già impossibile investire nell'ARI per le abitazioni nei centri urbani, sono stati raccolti 534 milioni di euro di investimenti, cioè un potenziale di oltre tre miliardi di euro in cinque anni", hanno evidenziato, garantendo che "ciò equivale all'1,3% del PIL [Prodotto Interno Lordo] nazionale" e al 18% del Piano di Recupero e Resilienza (PRR).

Scontro con la realtà

L'APR ritiene che "la completa estinzione dell'ARI sarebbe una misura con gravi impatti economici e di credibilità" per il Paese, "scollegata dalla realtà del Paese e delle sue regioni, ed estemporanea", aggiungendo che "peggio sarebbe terminare improvvisamente e completamente con l'ARI".

"Colpiremmo, in modo potenzialmente irreparabile, settori essenziali per il Portogallo che necessitano di investimenti privati stranieri - turismo, energia, sanità, logistica, tra gli altri - nel medio termine, poiché lo Stato non ha la capacità di rispondere, nemmeno con il PRR".

Allo stesso tempo, "tenendo conto di quanto siano recenti le ultime modifiche al regime, la stragrande maggioranza degli investimenti che sono stati effettuati dalla sua entrata in vigore sono ancora in fase di sviluppo e/o costruzione", e l'introduzione di un cambiamento immediato "renderebbe impraticabile o almeno implicherebbe un'elevata perdita di reddito in molti di questi progetti ancora in fase di sviluppo".


La scorsa settimana, Pedro Fontainhas, direttore esecutivo dell'APR, ha dichiarato a Lusa che l'organizzazione non è d'accordo con l'annunciata fine dei visti d'oro e ha chiesto al Governo una "riflessione" per effettuare degli studi.