Secondo il rapporto della commissione d'appello, una "parte importante" è legata a presunte mancanze nella CTT, un problema che si protrae da diversi anni, ma che per ora non sembra avere una soluzione in vista, secondo un rapporto dell'ECO.

Sebbene l'anno 2023 fosse sinonimo di "pieno ritorno alla normalità" post-pandemia, l'inflazione, i tassi d'interesse, il rallentamento economico e l'incertezza internazionale hanno portato la disoccupazione ad aumentare in Portogallo. Pertanto, l'IEFP ha chiuso l'anno con 317.659 persone registrate, il 9% in più rispetto all'anno precedente.

Parallelamente a questo aumento, anche il numero medio di persone che ricevono l'indennità di disoccupazione è cresciuto, anche se in modo più discreto, passando da 151.521 nel 2022 a 151.995 nel 2023. Si tratta di un aumento dello 0,3% dei beneficiari di indennità.

Nel 2023, invece, sono diminuite le persone che si sono viste annullare l'indennità di disoccupazione per non aver rispettato i doveri previsti dalla legge, ovvero l'obbligo di accettare un lavoro adeguato, di partecipare alle convocazioni e di seguire una formazione professionale.

In totale, l'anno scorso l'Iefp ha tagliato l'indennità di disoccupazione a 5.403 persone, con un calo del 7,1% rispetto al 2022, anno in cui il numero di annullamenti ha raggiunto il massimo decennale.

Di queste 5.403 persone, una parte molto significativa (2.564) era iscritta ai servizi di Lisbona e Vale do Tejo, la regione che ha registrato il maggior numero di annullamenti. L'Alentejo si è distinto come l'area del Paese con il minor numero di cancellazioni di indennità di disoccupazione (262).

Per quanto riguarda i motivi della cancellazione (la legge prevede nove possibilità), la mancata chiamata ai servizi per l'impiego è stata la ragione più frequente. Quasi quattromila persone hanno visto il loro sussidio di disoccupazione tagliato per questo motivo.

Altri motivi frequenti per la cancellazione dei sussidi sono stati la mancanza di controllo sul dovere di cercare attivamente un lavoro (11%, 506 casi), la mancata presentazione agli enti di riferimento (9%, 502 casi), il rifiuto di un impiego adeguato (3%, 173 casi) e il ritiro ingiustificato dalla formazione professionale (2%, 115 casi).