I sospetti sono stati arrestati in seguito a un'inchiesta realizzata in collegamento con l'Amministrazione fiscale e che ha coinvolto "almeno 14 società commerciali nazionali, e i loro dirigenti" che, tra il 2016 e il 2021, "hanno messo in piedi uno schema fraudolento legato alla vendita di veicoli", veicoli che miravano ad aggirare la legislazione europea e nazionale per non consegnare, ai rispettivi Stati, l'IVA che dovrebbe essere raccolta da queste operazioni", ha informato il PJ in un comunicato.
Lo schema fraudolento, che ammonta a 20 milioni di euro, consisteva, secondo la PJ, nell'"introduzione di migliaia di veicoli da altri stati membri per il consumo in uno stato membro", con il Portogallo che "passa solo il circuito documentario di tali affari attraverso l'uso di società di comodo nei cui conti circolavano gli importi coinvolti negli affari".
Nell'ambito dell'inchiesta si sono costituiti anche 12 imputati, individuali e collettivi, e sono state effettuate diverse perquisizioni, in casa e fuori casa, nelle zone di Leiria e Caldas da Rainha.
I due detenuti, di nazionalità portoghese, lavoravano come manager e contabile in diverse delle aziende coinvolte, si legge ancora nella nota.